Nanbudo

| Etichette: , , , | sabato 23 aprile 2011 14:08

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Nel 1974, all'età di 31 anni, il M° Nanbu decise di abbandonare temporaneamente il mondo del karate per ritirarsi nella località di Cap d'Ail. Fu proprio in questo luogo, in quattro anni di riflessione, in cui si rese conto che il Karate Sankukai era solo una tappa del suo viaggio e che era necessaria un'evoluzione nel suo stile. Decise quindi di abbandonare quest'ultimo e di far nascere, nel 1978, il Nanbudo, l'arte marziale (non più definibile, dallo stesso M° Nanbu "karate") che tutt'oggi il maestro segue e continua a migliorare tramite seminari in tutto il mondo.

Sankukai

| Etichette: , , , | domenica 17 aprile 2011 11:35

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Il Maestro Y. Nanbu nasce a Kobe in Giappone nel febbraio 1943. Appartiene ad una vecchia famiglia di Jūdōka. Il nonno era un lottatore di Sumo molto famoso; suo padre (5° dan), teneva corsi di judo al Dojo della polizia della città di Kobe. Sotto la direttiva del padre, il maestro Nanbu cominciò a praticare il judo a soli cinque anni. Quando entrò nella scuola comunale, imparò il Kendo sotto la guida di suo zio. Negli anni cinquanta, sia il Karate che l'Aikido erano vietati (infatti il generale Douglas MacArthur, comandante delle forze d’occupazione degli Stati Uniti in Giappone, aveva proibito la pratica di queste due discipline) così Nanbu dovette cominciare a praticare queste arti sotto la direzione del maestro Someka, che era direttore di un club "amichevole". Egli cominciò a leggere con avidità i libri di suo padre su tutte le arti marziali: Tonfa, Nunchaku, Tambo, Sai, eccetera, cui si dedicò ben presto nei Dojo del vicinato. A diciotto anni il maestro Nanbu entrò nella facoltà di Scienze Economiche di Osaka, dove ebbe come maestro Tani, 8° dan, che professava lo Shito-Ryu. Fu ben presto promosso capitano della squadra di Karate della sua università, titolo questo che ha molto valore, data l'importanza dei karateka universitari giapponesi. Nel 1963 divenne campione universitario del Giappone (c'erano allora 1250 concorrenti). Per questa vittoria Yoshinao Nanbu ricevette ufficialmente la "medaglia al valore" (mandata da tutti i Karateka giapponesi) dalle mani del direttore dell'università di Waseda, Ohama, promotore dell'organizzazione dell'Associazione degli studenti dell’università. Nel 1964 ricevette l'invito da PLEE, allora promotore del Karate in Francia, a partecipare come invitato alla coppa di Francia; la vinse combattendo individualmente. Partecipò anche alla coppa internazionale di Cannes (sette Paesi; Gran Bretagna, Germania, Italia, Norvegia, Stati Uniti, Svizzera e Francia), e vinse anche qui il combattimento individuale. Da questo momento il maestro Nanbu cominciò a considerare la sua arte come una professione, e così di conseguenza modificò i suoi programmi. Nel 1968 andò a trovare tutti i maestri giapponesi, invitandoli l'uno dopo l'altro, per imparare tutti i tipi di tecniche; ufficialmente però si trovava ancora sotto le direttive del maestro Tani e cioè del shukokai-shito-ryu. Lo stesso anno, proprio su richiesta del maestro Tani (che diceva di lui che aveva il genio del Karate), Nanbu si diede da fare per mettere in piedi l'organizzazione mondiale di Shukokai. La sua riunione ebbe successo grazie alle numerose dimostrazioni da lui date in parecchi Paesi, come la Scozia, la Gran Bretagna, la Francia, la Norvegia, la Germania, l'Italia, il Belgio e la Jugoslavia. Aprì in seguito dei "club Nanbu" a Parigi e in provincia, e divenne allenatore della squadra francese. (I suoi nuovi allievi da quel momento cominciarono a vincere i campionati di Francia e d'Europa). In seguito ai suoi duri sforzi per promuovere il Shukokai, il maestro Nanbu venne nominato presidente della federazione scozzese di karate, consigliere e direttore tecnico della federazione belga di karate, presidente della federazione norvegese di karate, consigliere e direttore tecnico della squadra di Karate Jugoslava. Nel 1969 il maestro Nanbu giunse per la prima volta in Canada, per salutare dei suoi discepoli; e lo stesso anno il maestro Tani gli propose di occuparsi dell'organizzazione del terzo campionato del mondo di Karate che avrebbe avuto luogo a Parigi nel mese di ottobre. Il giorno dopo il campionato, il maestro Nanbu ruppe definitivamente con lo stile Shukokai, poiché si era accorto che, essendo uno stile essenzialmente competitivo, i suoi seguaci finivano per praticare solamente le tecniche più redditizie per la competizione, e, cioè lo Tsuki (pugno diretto) e il Mae-Geri (calcio frontale), lasciando da parte le altre tecniche come il Yoko-Geri (calcio laterale) e il Mawashi-Geri (calcio circolare) più difficili da applicare durante la gara. Questo modo di combattere era divenuto cosi rigido e schematico che un esperto di Shukokai poté un giorno dire: "Questo metodo, in sé eccellente purtroppo non ha saputo fare altro che fabbricare handicappati". Cosciente dei limiti del Shukokai, il maestro Nanbu riparti per il Giappone, e dopo lunghi mesi di riflessione e di meditazione trovò la soluzione dei suoi problemi, fondando la sua tecnica personale, che chiamò sankukai. Quando il Sankukai prese la sua fisionomia definitiva, il maestro Nanbu sottopose le sue conclusioni a un istituto riconosciuto ufficialmente, che ne studio i rapporti di forza e la dinamica dell'energia. La conclusioni che gli esperti trassero furono ottime; infatti essi approvarono la nuova tecnica, poiché questa mostrava chiaramente che si potevano migliorare in maniera considerevole:
1. la parata del colpo avversario
2. la velocità di esecuzione
3. la forza con la quale si porta risposta
4. la ricchezza di spostamenti e schivate al posto dei bloccaggi classici
5. il modo (molto diverso) di portare gli ATEMI.
Grazie al maestro Nanbu, il Sankukai mise radici in Giappone, in Francia, in Gran Bretagna, in Spagna, in Germania, in Norvegia, in Marocco, in Svizzera, in Belgio, in Messico, in Guatemala e in Canada. Se il karate è soprattutto una scuola che forma l'uomo, la competizione tuttavia ha la sua importanza educativa nella veste dell'emulazione.

Shito Ryu

| Etichette: , , , | domenica 10 aprile 2011 18:56

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Nella zona di Kobe si diffuse lo Shito Ryu, creato dal maestro Kenwa Mabuni: questo stile deriva da entrambe le storiche scuole di Okinawa essendo stato il suo fondatore allievo di Itosu (Shorin Ryu) e di Higaonna (Shorei Ryu). I movimenti di questo stile sono morbidi ed eleganti, alternati a forti contrazioni muscolari; le posizioni si mantengono tendenzialmente alte.

Goju Ryu

| Etichette: , , , | sabato 2 aprile 2011 19:41

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Gogen Yamaguchi con un katana (spada giapponese), 1963
Il Goju Ryu, unico stile mantenuto tale dalle origini ed unico stile di karate ad essere inserito tra le "arti marziali antiche" del Giappone; attualmente praticato ad Okinawa (Shotokan, Wado-ryu e Shito-ryu non sono presenti), in Giappone e nel resto del mondo. Fu fondato dal M° Kanryo Higahonna con il nome di "Naha-te" (il termine Go-ju fu tratto dal M°Chojun Miyagi da un passaggio del Kempo Hakku, in un capitolo del Bubishi, che recita: 'Ho goju don to', ovvero 'la legge dell'Universo respira dura e morbida') ed è uno stile strettamente legato allo Shorei Ryu. In Giappone si diffuse nella regione di Kyōto, grazie all'opera del maestro Gogen Yamaguchi che seguiva il Sensei Chojun Miyagi. Le contrazioni muscolari, i movimenti lenti e potenti caratteristici di questo stile richiedono grande vigore fisico; il Goju Ryu conserva molte delle peculiarità di un tempo: tra i vari stili è quello che meno si è modernizzato in quanto la sfera del karate-do è rappresentata dall'aspetto di una mano e le competizioni sportive sono viste come il mignolo di essa. Ha le scuole varie o associazioni del Goju Ryu, come il Meibukan, dello Shoreikan, dello Shodokan, dello Shobukan, del Jundokan, del Seibukai, del Jinbukan, del Goju-kai o del Seigokan.
Altra ramificazione dello Shorei è lo Uechi Ryu o Pangai Noon, poco diffuso e poco conosciuto in Italia; il suo fondatore, Kanbun Uechi, trascorse quindici anni in Cina, nella stessa zona in cui si era formato Kanryo Higaonna.

Goju USA (American Goju)
Nel 1959 il M° Peter Urban introdusse il karate Goju Ryu negli USA, e il lavoro svolto successivamente produsse una rivoluzione nel mondo del karate statunitense. Nel 1966 il m° Peter Urban fonda la sua scuola, chiamandola Goju USA (USA in questo caso è l'acronimo di "Urban System America"), o anche American Goju, con il consenso dei suoi precedenti maestri, R. Kim, G. Yamaguchi e M. Oyama. I kata di questo stile sono essenzialmente quelli dello stile Goju-ryu, con alcune differenze.
L'associazione Butokukai, visti i meriti acquisiti in decenni di vita dedicata allo studio delle arti marziali, riconobbe il grado di cintura rossa 10° Dan a Urban. Grazie al lavoro svolto da Sensei Urban e da i suoi numerosissimi alievi, il Goju Usa si diffuse a macchia d'olio, prima negli States e successivamente in tutto il mondo. Il M° Gianni Rossato di Padova, fu il primo allievo italiano del M° Urban, che introdusse la scuola del Goju Usa in Italia. Successivamente il M° Rossato chiamò la sua scuola Goju Italia con il consenso del M° Urban.