Shōtōkai – etimologia

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Il termine Shōtōkai (松涛会) significa gruppo, collegio di Shōtō (Shōtō era lo pseudonimo usato dal M° Gichin Funakoshi per firmare le proprie poesie). La traduzione letterale del termine Shōtō è "onde di pino" ed il Mº Funakoshi spiegò il motivo della scelta del termine nel suo libro "Karate-Dō - My Way Of Life": «...La città fortificata di Shuri dove sono nato è circondata da colline con foreste di pini delle Ryūkyū e vegetazione sub-tropicale, fra cui il monte Torao... La parola Torao significa "coda di tigre", termine appropriato poiché la montagna era molto stretta e così foltamente boscosa che, vista da lontano, sembrava proprio la coda di una tigre... Quando avevo tempo, solevo passeggiare sul monte Torao...se accadeva che ci fosse anche un po’ di vento, si poteva udire lo stormire dei pini e sentire il profondo impenetrabile mistero che si trova all'origine di tutta la vita... Godere la solitudine ascoltando il vento fischiare attraverso i pini mi sembrava un'eccellente maniera per raggiungere la pace della mente che il Karate richiede...queste sensazioni sono sempre state parte di me, fin dall'infanzia: decisi così che "SHŌTŌ" era il miglior nome con il quale firmare le mie poesie.» L’uso del temine Shōtōkai appare per la prima volta nel 1935 quale denominazione assunta dal comitato di allievi del M° Funakoshi, creato su iniziativa di Kichinosuke Saigo, importante figura politica dell’epoca, con lo scopo primario di raccogliere i fondi alla costruzione del primo dōjō dedicato esclusivamente alla pratica del Karate in Giappone. Infatti il tremendo terremoto che nel settembre del 1923 colpì Tōkyō, danneggiò il dōjō di Meisei Juku e la pratica poté continuare grazie all’offerta dell’uso del proprio dōjō fatta dal maestro di Kendō Hiromichi Nakayama, amico del Maestro Funakoshi oltre che, naturalmente, presso quei club universitari della capitale giapponese ove era stata introdotta la pratica del Karate-dō. La raccolta dei fondi diede buoni frutti tanto che la costruzione del nuovo dōjō, cui il comitato diede il nome di Shōtōkan (松涛館) e che in seguito sarà individuato anche come honbu dōjō (dōjō centrale), ebbe inizio nella primavera del 1936 e terminò nel 1938. Il M° Funakoshi chiamava il suo metodo semplicemente Karate-dō; i termini Shōtōkan e Shōtōkai non individuavano ancora alcuno stile o scuola ma, rispettivamente, il dōjō ed il gruppo formato dagli allievi del Maestro. Poiché tali allievi si allenavano nello Shōtōkan, presto si confuse il nome della scuola con quello del suo metodo. Il gruppo Shōtōkai viene rifondato nel 1956 con il fine della pratica e della preservazione dell’arte scevra da qualsias influenza di tipo sportivo e commerciale. I maestri che procedettero alla rifondazione del gruppo, che da Karate-dō Shōtōkai (NKS), furono Gichin Funakoshi, Shigeru Egami, Genshin Hironishi, Isao Obata (gli allora assunse il nome di Nihon ultimi due fuoriusciti dalla Nihon Karate Kyōkai - NKK o JKA – che sorse proprio per iniziativa di Obata), e Hiroshi Noguchi. La presidenza e la direzione tecnica del gruppo venne conferita allo stesso M° Gichin Funakoshi che la mantenne fino alla sua morte, avvenuta il 26 aprile dell’anno seguente. Alla morte del maestro Funakoshi, per suo volere, il dōjō Shōtōkan (ricostruito dopo essere stato distrutto dai bombardamenti americani del 1945), i suoi scritti inerenti il Karate-dō ed il suo simbolo, la tigre creata dal pittore ed allievo Hoan Kosugi vennero consegnati alla Nihon Karatedō Shōtōkai.
Per quanto ovvio e ben conosciuto ribadisco che, all’epoca, il termine Shōtōkai non indicava ancora uno stile o una scuola diversa e che i due gruppi, NKS e NKK (JKA) praticavano, al di là di alcune divergenze di opinioni, lo stesso Karate. La differenza principale era il rifiuto da parte della NKS della competizione sportiva. Solo diversi anni dopo il termine Shōtōkai verrà utilizzato, soprattutto al di fuori del Giappone, come sinonimo del metodo del M° Egami.

Shotokan

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Lo Stile Shotokan (松濤館流 Shōtōkan-ryū?) è uno stile di karate, nato dall'incontro di varie arti marziali, codificato dal Maestro Gichin Funakoshi (1868-1957) e da suo figlio, il Maestro Yoshitaka Funakoshi (1906-1945). Il Maestro Gichin Funakoshi è universalmente riconosciuto per aver esportato e diffuso il karate dall'isola di Okinawa all'intero Giappone, anche se alcuni importanti maestri, come Kenwa Mabuni e Chōki Motobu, vi insegnavano già il karate da tempo prima. Lo Shotokan è dunque uno degli stili tradizionali del karate, oltre a Goju-ryu, Shito-ryu, Shorin-ryu e Wado-ryu. Nonostante abbia avuto origine come un'unica scuola di karate, sviluppatasi all'interno della Japan Karate Association, al giorno d'oggi esistono parecchie organizzazioni indipendenti.

Etimologia
Shoto (松濤 Shōtō?) significa "fruscio nella pineta" (o più precisamente "onda di pino") ed era lo pseudonimo che il Maestro Funakoshi utilizzava per firmare le sue poesie ed i suoi scritti. La parola giapponese kan (館 kan?) significa invece "casa" o "abitazione", ed è riferita al dojo. In onore del loro Maestro, gli allievi di Funakoshi crearono un cartello con la scritta Shoto-kan che posero sopra l'ingresso del dojo in cui egli insegnava. In realtà il Maestro Funakoshi non diede mai un nome al suo stile, chiamandolo semplicemente "karate".

Caratteristiche
La pratica dello Shotokan è in genere divisa in tre parti: kihon (i fondamentali), kata (forme o sequenze di movimenti, ovvero un combattimento reale contro uno o più avversari immaginari) e kumite (combattimento). Le tecniche eseguite nel kihon e nei kata sono caratterizzate, in alcuni casi, da posizioni lunghe e profonde, che consentono stabilità, permettono movimenti forti e rinforzano le gambe. Le tecniche del kumite rispecchiano queste posizioni e movimenti al livello base, ma con maggior esperienza diventano più flessibili e fluide.

Filosofia
Il Maestro Gichin Funakoshi espose i Venti Principi del Karate (o Niju kun), che costituirono le basi della disciplina prima che i suoi studenti fondassero la JKA. In questi principi, fortemente basati sul bushido e sullo zen, è contenuta la filosofia dello stile Shotokan. Essi contengono nozioni di umiltà, rispetto, compassione, pazienza e calma sia interiore che esteriore. Il Maestro Funakoshi riteneva che attraverso la pratica del karate e l'osservazione di questi principi, il karateka era in grado di migliorarsi. Molte scuole Shotokan recitano tuttora il Dojo Kun alla fine di ogni allenamento, per trovare e aumentare sia la motivazione che lo spirito.
Lo stesso Maestro Funakoshi scrisse: "Lo scopo ultimo del karate non si trova nella vittoria o nella sconfitta, ma nella perfezione del carattere dei partecipanti".